Quando Despar ha studiato e messo a punto (in collaborazione con i Laboratori di Ricerche Analitiche e Tecnologiche sugli Alimenti dell'Università degli Studi di Milano) la linea FREE FROM, dedicata alle persone che si trovano a dover fare i conti con la necessità di scegliere gli alimenti non solo in base al gusto e alla qualità, ma anche ai loro effetti sulla salute, si è posta l’obiettivo di aiutare il consumatore a fare chiarezza nel complesso e articolato universo dei disturbi collegati all’alimentazione. Abbiamo dedicato i precedenti articoli a distinguere tra intolleranza e allergie. Le allergie sono un eccessivo processo di difesa, che l’organismo mette in atto quando entra in contatto con una sostanza considerata inoffensiva. Le allergie alimentari riguardano una minima parte della popolazione, circa l’1%, e consistono in reazioni quasi immediate a seguito dell’assunzione del o dei prodotti allergenici, anche in minime quantità. Labbra gonfie, eruzioni cutanee, crisi di sternuti e molte altre reazioni, di varia e differente intensità. Le intolleranze alimentari più diffuse possono riguardare il glutine, il lattosio e il fruttosio e si sviluppano nel corso della vita dell’individuo.
FREE FROM: non per moda, ma per salute
L’intolleranza al glutine, una sostanza presente nella maggior parte dei cereali, eccetto mais, riso, miglio e quinoa), richiede l’eliminazione totale del prodotto nell’alimentazione. Questa intolleranza comporta affaticamento, perdita di peso, diarree, anemia, osteoporosi, carenze e depressione. Il primo effetto, che scatena poi tutti gli altri, è un attacco, parziale o totale, ai villi intestinali, che si atrofizzano. Nei casi estremi in cui viene attaccata la mucosa intestinale si sviluppa la celiachia, una malattia in cui l’assorbimento degli alimenti riesce sempre più difficile, fino a determinare serie carenze. In minima percentuale si tratta di una malattia ereditaria, che tocca circa una persona ogni 300: viene spesso diagnosticata per caso e a volte presenta scarsi sintomi.
In passato la celiachia era considerata una malattia rara, appannaggio pressoché esclusivo della popolazione europea e della fascia di età pediatrica. Le prime indagini a tappeto, eseguite a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, hanno messo in evidenza che la celiachia è una delle patologie più frequenti in assoluto, almeno tra quelle che durano tutta la vita, che colpisce indifferentemente bambini ed adulti. In Italia ed in Europa in generale, culla degli studi più approfonditi al riguardo, la frequenza media di celiachia si aggira attorno all’ 1% della popolazione, con variazioni notevoli da un Paese all’altro. [Fonte: Dr. Schär Institute, Piattaforma informativa per esperti sulla celiachia e sensibilità al glutine non celiaca]
In Italia si è registrato un notevole aumento (15%) delle persone affette negli anni dal 2012 al 2014. Attualmente l’AIC Associazione Italiana Celiachia stima che vi siano circa 600.000 persone interessate, pari all’1% della popolazione, di cui però solo 190.000 diagnosticate. Secondo l’AIC il 70% dei celiaci ignora di avere questo problema, mentre, al contrario si assiste all’acquisto di prodotti “gluten free” da parte del restante 99% dei non celiaci. Per i pazienti celiaci la dieta senza glutine non è una scelta alimentare, ma l'unica vera terapia salvavita: teniamo a sfatare l’erronea credenza che i prodotti senza glutine servano a dimagrire o ad aumentare il benessere, anche se, di sicuro non hanno alcuna controindicazione per le persone sane. Un rigoroso regime alimentare senza glutine, se seguito a vita, permette al malato di ristabilirsi rapidamente. Gli effetti benefici si vedono già in capo a qualche settimana, ma bisogna ricordare che la celiachia è la sola malattia digestiva che richiede l’esclusione totale di un componente alimentare: persino l’ostia della Comunione può bastare per scatenare la reazione.
L’intolleranza al lattosio è altrettanto frequente e proviene dall’incapacità di digerire questa sostanza, a causa della parziale insufficienza o totale assenza dell’enzima digestivo, lattasi. Viene diagnosticata grazie a un test respiratorio e richiede di moderare l’assunzione di lattosio, nella quantità e nel tempo, o anche di bloccarlo del tutto in casi estremi. Le diete senza glutine o senza lattosio sono raccomandate solo a persone a cui viene diagnosticata l’intolleranza e non si dovrebbero mai seguire per moda.
Anche l’intolleranza al fruttosio (lo zucchero che si trova nella frutta, nel miele, ecc.) viene diagnosticata da un test respiratorio, benché nel caso del fruttosio alcuni specialisti siano restii a parlare di intolleranza. Essi sostengono che si potrebbe trattare di una semplice reazione all’eccessivo consumo di zuccheri: i nostri cibi sono sempre più dolci, gli alimenti contengono zuccheri aggiunti e quindi, anche involontariamente, tendiamo a consumarne in quantità eccessiva. Poiché in molteplici casi il consumo esagerato di un prodotto comporta effetti collaterali, si può comprendere che si arrivi anche all’intolleranza. «Ricordo un paziente che lamentava dolori al ventre», racconta un medico. «Quando ha ammesso che mangiava dieci mele al giorno gli ho semplicemente consigliato di ridurle a cinque e i dolori sono spariti.»
FREE FROM: la libertà di godere del cibo
Malgrado un’allergia o un’intolleranza, per una persona che soffre di uno di questi mali l’atto di mangiare deve restare un piacere, perché l’ottimismo alimentare l’aiuterà a vivere meglio e ad affrontare la malattia. Non ci si deve perciò lasciar affliggere da una dieta costrittiva.
La depressione, l’astenia, l’affaticamento e i continui problemi digestivi che tormentano le persone affette da patologie alimentari non sono l’unico aspetto che va affrontato. Oltre a essere difficili da diagnosticare (a volte passano anni prima che il paziente riesca a comprendere che tutta una serie di sintomi sono collegati tra loro), la celiachia e le altre intolleranze sono dure da sopportare, sia moralmente che socialmente. I malati si trovano di fronte a una scelta drastica: rinunciare a vita a determinati cibi. All’effetto choc di questa verità, dura da mandare giù, si aggiunge il fatto di dover operare scelte continue, spesso ignorando molte informazioni fondamentali. Si comincia così ad andare per tentativi, eliminando molti alimenti, ma sempre nella paura di sbagliare. Per esempio, leggendo con attenzione le etichette ci potremmo sorprendere di quanti cibi contengano il glutine: lo si può trovare in un semplice condimento, nel gelato, nelle salse o nel cioccolato. Ci possono volere mesi di informazione, di ricerca e di studio per comprendere quello che si può o non si può mangiare, anche facendosi aiutare da dietologi e specialisti. Ci vorrà poi altro tempo per adattarsi al nuovo regime alimentare.
Per questa ragione Despar ha creato la Linea FREE FROM: perché il cibo resti un piacere da gustare.